Bologna, 21 dicembre 2024 – 18 mesi fa ad Arlington era stato imposto un alt perentorio partito dallo stesso Congresso americano. I funerali ufficiali ippotrainati nel cimitero militare della Virginia, una parata nata oltre 75 anni fa quale segno di massimo onore per i militari Usa, erano stati sospesi. E dietro a questa decisione, arrivata dopo una serie di brutti incidenti e di cavalli morti, c’era la pessima condizione in cui venivano custoditi questi ‘soldati’ a quattro gambe.
Una gestione non consona. Malnutrizione. Totale assenza di competenza sugli animali e mancanza di spazi aperti idonei a loro dedicati avevano portato questo fiore all’occhiello della difesa americana ben oltre ciò che poteva essere oggettivamente accettato. I cavalli erano infestati da parassiti di ogni genere. Stipati in minuscoli paddock sporchi e malsani. Non ultimo, gli animali venivano alimentati con cibo particolarmente scadente.
Da qui quindi l’ordine di sospensione per ogni servizio. E il mandato a veterinari ed esperti di rimettere in sesto il reparto senza forse e senza ma.
A distanza di poco più di un anno, il report del generale maggiore Trevor Bredenkamp, comandante del Distretto Militare di Washington accende finalmente una luce su una faccenda molto buia.
Innanzi tutto Bredenkamp ha spazzato ogni omertà sui due cavalli deceduti nelle scuderie di Arlington. L’autopsia dei due animali avrebbe rivelato che nel loro stomaco c’erano oltre 10 chili tra sabbia e ghiaia. Probabilmente ingeriti nei paddock praticamente privi di erba.
Diciotto dei 64 cavalli in servizio sono stati mandati ‘in pensione’ e – segno di una grande volontà di riguadagnare la fiducia della gente – l’indagine condotta, benché militare, è stata resa pubblica.
«I decessi dei cavalli avvenuti nel 2022 dipendono esclusivamente dal fatto che l’Esercito ha fallito nel fornire loro cibo adeguato, cure veterinarie, pascoli e scuderie idonee. Il servizio funebre d’onore ippotrainato di Arlington deve tornare a essere il migliore del mondo».
Si volta pagina
Una mancanza inaudita e una sofferenza inimmaginabile per i cavalli. Che però, per il futuro, potranno contare su nuove forme di tutela e attenzioni.
Innanzi tutto, la supervisione sulla gestione delle scuderie è stata affidata a personale competente.
Inoltre, sono state designate quattro squadre di 11 cavalli ciascuna per adempiere ai servizi funerari in modo da non sovraccaricare i cavalli stessi con turni eccessivamente pesanti.
Mentre il sistema torna a regime, questa volta in maniera più consapevole, l’Esercito ha stabilito che il servizio funerario possa riprendere a ritmi ridotti fino a quando i requisiti di salute e sostenibilità per il branco sia al 100%. La salute e il benessere dei cavalli, la loro condizione, il loro addestramento deve, da qui in avanti, essere certificato da una commissione militare. Con consulti veterinari e di esperti.
L’Esercito, sempre nell’ottica di poter garantire ai cavalli uno stile di vita per loro sana, sta cercando in Virginia appezzamenti di terreno per realizzare nuovi ampi e verdi paddock.
Dal momento della sospensione del servizio fino a oggi, il cimitero militare di Arlington ha ospitato circa 2000 funerali d’onore per i soldati americani. Tra questi, 34 famiglie hanno preferito attendere che i cavalli tornassero in servizio per dare sepoltura ai propri cari. Una ritualità che trova nell’etica dell’Us Army una delle sue più forti e irrinunciabili ragioni di esistenza.